Negli anni recenti due sono stati i principali filoni di ricerca in questo setting:

- Rescue dose con altre molecole che fossero altamente biodisponibili, con rapido effetto e breve emivita. A questo riguardo molteplici sono stati gli studi che hanno testato il fentanil per il trattamento del dolore episodico intenso;

- Rescue dose con la morfina utilizzando altre vie di somministrazione.

Il fentanyl per le sue caratteristiche farmacocinetiche appare sicuramente la molecola più interessante in questo setting: in particolare le formulazioni transmucosali e intranasali sembrerebbero molto efficaci nell’ottenere un rapido controllo del sintomo.

In letteratura non esistono studi di confronto tra le differenti formulazioni di fentanyl (buccal tablet, spray nasale, Bema e matrice) nel controllo del DEI. Se volessimo confrontare, con intento del tutto descrittivo, i risultati dei differenti trial potremmo sottolineare come la formulazione intranasale sembrerebbe il trattamento più rapido nell’ottenere il controllo del sintomo.

Nonostante l’enorme variabilità interindividuale, la dose di fentanil per il controllo del DEI decresca all’aumentare dell’età.

L’utilizzo del fentanil nel DEI debba essere individualizzato su ogni singolo paziente attraverso una titolazione della dose efficace. Autori suggeriscono come la morfina a pronto rilascio andrebbe somministrata ad un dosaggio pari ad 1/6 della dose totale di oppioidi giornaliera assunta dal paziente. Recenti esperienze sembrano sottolineare come la morfina endovenosa o il metadone sublinguale potrebbero rappresentare utili alternative nel controllo del DEI. )

 

 

DOLORE OSSEO (Cancer-Induced Bone Pain: CIBP)

 

Il dolore da metastasi ossee (Cancer-Induced Bone Pain: CIBP) è considerato un dolore particolarmente difficile per la caratteristiche che lo contraddistinguono: frequente multifocalità, elevata intensità, recrudescenza al movimento.

La cellula tumorale per dare origine a localizzazione secondaria deve :

    1) distaccarsi dal tumore primitivo

    2) penetrare, attraverso i neovasi tumorali per mezzo di molecole di adesione come E-caderina o laminina, nella circolazione sistemica

    3) sopravvivere al sistema immunitario ed agli attriti meccanici legati alla circolazione

    4) fermarsi in un distretto capillare

    5) fuoriuscire dal letto capillare ed iniziare l’invasione (metalloproteinasi)

    6) proliferare nel nuovo sito (metastatico)

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Last update: 10/01/2010

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