Vengono inoltre descritti: carenza di formazione sull’utilizzo degli oppiodi, assenza di conoscenza e di riferimento alle linee-guida esistenti, trattamento del dolore guidato dalla prognosi del paziente e non dall’intensità del dolore, timore dei falsi miti della morfina (depressione respiratoria, tolleranza, sviluppo di dipendenza psicologica o fisica), scarsa attenzione alla valutazione del dolore e mancanza di attiva ricerca del sintomo, insufficiente esperienza nella gestione del dolore (scarsa conoscenza della farmacologia degli oppioidi, delle tabelle di conversione ed equianalgesia da usare principalmente nella cosiddetta rotazione degli oppioidi, dosi e conversioni nell’uso dei farmaci al bisogno), insufficiente conoscenza dell’uso appropriato dei farmaci adiuvanti, timore della comparsa e scarsa capacità nella gestione degli effetti collaterali, insufficienza nel documentare le informazioni sui farmaci utilizzati (orari, dosaggi, farmaci al bisogno, lassativi).

Le barriere correlate ai pazienti (e alle loro famiglie) sono state identificate e descritte:

  • riluttanza a riportare il dolore nel timore di “distrarre” l’attenzione dei curanti rispetto al problema vissuto come prioritario, cioè la lotta contro la malattia neoplastica;
  • dolore considerato come intrinsecamente correlato con il cancro e fatalisticamente accettato, nella convinzione che non possa essere eliminato;
  • percezione che l’ammissione di un più elevato livello di dolore corrisponda alla presa d’atto di una progressione della patologia oncologica, e conseguente atteggiamento di rimozione;
  • timore di non essere considerato un “bravo” paziente;
  • riluttanza ad assumere i farmaci antidolorifici (gli oppiacei, in particolare), in seguito ai ben noti “falsi miti” sugli oppiacei stessi.

E’ stato rilevato che le dosi di oppioidi necessarie ad alleviare il dolore sono largamente variabili da individuo a individuo, ed è stato suggerito che una predisposizione genetica del singolo individuo influenzi la risposta agli oppioidi (oltre che, come è stato dimostrato, la percezione del dolore).

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Last update: 10/01/2010

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